Una lunga storia che inizia con una necropoli punica.
Nel versante occidentale della collina sormontata dal Forte sabaudo di Sant’Antioco si trova il villaggio ipogeo. Con questo termine si suole indicare un sito anticamente sede della necropoli punica di Sulky. La necropoli punica fu scavata tra il VI e il III secolo a. C. dai Cartaginesi. Essi sostituirono la sepoltura fenicia che prevedeva l’incinerazione del defunto con l’inumazione. Scavarono camere sepolcrali dove seppellirono i componenti dei gruppi familiari. Nel corso del medioevo l’isola di Sant’Antioco fu attaccata dagli arabi che la saccheggiarono più volte. Una parte degli abitanti di Sant’Antioco si trasferì verso luoghi più tranquilli come Iglesias, mentre i pastori e gli agricoltori profanarono le tombe puniche che rimanevano nascoste agli occhi degli invasori e le trasformarono nelle loro abitazioni. Le tombe trasformate furono chiamate con un vocabolo sardo “Is gruttas”. La popolazione delle grotte, Is gruttaiusu, contrassegneranno la storia di sant’Antioco fino agli anni ’60 del Novecento. Negli anni ’30 la parte più povera di Sant’Antioco dimorava nelle grotte, circa 700 persone come attestano le relazioni di medici e ingegneri conservate nell’archivio storico. A metà degli anni Novanta un progetto portato avanti dall’Amministrazione Comunale permise il recupero del rione “ grotte” e la realizzazione del Villaggio Ipogeo, sito oggi tra i più visitati dell’intero percorso archeologico – storico. (http://www.archeotur.it/santantioco/villaggio-ipogeo.html)